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Presentazione del libro Firenze, covo d’invidia. Il canto dei suicidi di Dante Alighieri nell’ottica di Firenze di Annalisa Ristori
11 Ottobre 2018 @ 18:00 - 19:30
Il canto dantesco ripercorre la vicenda terrena di Pier delle Vigne, mettendo in luce gli aspetti che avvicinano, fino a coincidere in una perfetta osmosi, il personaggio dantesco e Dante stesso. Il poeta s’incarna in Pier delle Vigne, usa la lingua aulica di Piero, piena di artifici e preziosismi retorici-linguistici, vive la sua stessa fedeltร e lealtร , l’uno nei confronti del suo signore, l’imperatore Federico, l’altro verso la sua cittร , Firenze, fino all’avvilimento della calunnia e alla conseguente morte morale e fisica, nel caso di Piero. Il suicidio, il massimo dei mali dell’umanitร , viene visto qui come la conseguenza naturale di un’onta che, di per sรฉ, non potrร essere mai cancellata. “La meretrice” che abita nei palazzi, l’invidia, รจ il motore che conduce al dramma esistenziale di Piero e di Dante alla fine. Nella seconda parte del canto, affrontati gli scialacquatori, la scena finale si ferma su un suicida anonimo, di cui conosciamo solo la cittร natale: Firenze ed รจ Firenze, cui ritorna sempre la mente di Dante, la protagonista dell’ultima parte del canto.